cenni teorici

Cenni Teorici sulla Psicologia Individuale

Attualità della Psicologia Individuale di Alfred Adler

Sebbene formulata diversi decenni or sono, la Psicologia Individuale ha un impianto concettuale adeguato a interpretare i dinamismi psichici attuali. Propone una rappresentazione della salute mentale coerente con i bisogni della contemporaneità. Le metodologie e le tecniche psicoterapeutiche che derivano dal modello teorico permettono l’individuazione di percorsi di cura efficaci, in grado di armonizzare i bisogni individuali con le esigenze del vivere sociale.

I capisaldi della teoria individuati da Alfred Adler e arricchiti dagli studi successivi, descrivono le dinamiche dell’evoluzione della psiche, dalle precoci strutturazioni dell’infanzia agli sviluppi del ciclo di vita. Si tratta di formulazioni che ben adattano gli equilibri della psiche alle trasformazioni culturali che si affermano nelle società e modificano i modi di affrontare la vita e le relazioni interpersonali.

Si presentano qui, segnalati per punti, brevi cenni che consentano una visione di massima del quadro teorico della Psicologia Individuale. Pur nell’essenzialità, permettono di intravvedere un pensiero multidimensionale, capace di connettere le diverse dimensioni dell’essere umano. Per una conoscenza più articolata della teoria si rimanda alla consultazione dei testi segnalati nella bibliografia.

Struttura della Matrice Teorica

La Psicologia Individuale appartiene al gruppo delle psicologie psicodinamiche del profondo perché considera il funzionamento mentale cosciente orientato da formazioni emotive inconsce. E’ un sistema che offre una descrizione sistematica e completa delle dinamiche intrapsichiche, che porta a conoscere come l’interiorità si esprima nei progetti di vita, nella relazione con gli altri e in linea con le esigenze della collettività. Adler esplora la vita psichica nella continua interazione con l’ambiente, dal primo nucleo della costellazione familiare al vasto mondo della società.

Uno sguardo di massima sulla Psicologia Individuale porta a dire che:

Il termine “Individuale” che qualifica la psicologia di Adler è utilizzato nel senso etimologico; dal latino individuus “indiviso, indivisibile”, veicola il significato dell’unità inscindibile. L’individuo si struttura nell’interazione degli aspetti somatico, psichico e sociale. Si comprende la natura dell’uomo se si adotta lo sguardo olistico; il vivere è il prodotto del continuo con-fondersi degli influssi di ciascuna delle tre dimensioni dell’essere

Il presupposto epistemologico della Psicologia Individuale poggia le basi sulla dinamica bio-psico-sociale dell’essere; si presenta come modello aperto, complesso e interdisciplinare, che tiene conto della costante interazione con l’ambiente. Il funzionamento della mente non può essere studiato e compreso se isolato dalla corporeità e dal contesto socio-relazionale

La dimensione centrale della meta-psicologia adleriana è l’irripetibile unicità dell’individuo. La coscienza del Sé individuale poggia sulle percezioni vissute “come se” fossero espressioni “vere” della realtà.   L’opinione che l’uomo ha di sé stesso e del mondo è deducibile dal senso che dà alla propria vita: “Ogni cosa dipende dall’opinione che ci si forma” diceva Adler, parafrasando il detto di Seneca. La percezione della realtà, vissuta come oggettiva, è in realtà un “come se” soggettivo. Questa impostazione concettuale è alla base del dinamismo delle finzioni che, da figura retorica, diviene inconsapevole strumento utilizzato per strutturare gli adattamenti alla realtà

L’impostazione del pensiero teorico adleriano è teleologica. I dinamismi motivazionali sono sempre ispirati da obiettivi che tracciano le linee direttrici delle emozioni e dei comportamenti. Le mete che orientano l’agire dell’uomo si strutturano nei primi anni di vita, sono orientate alla ricerca della sicurezza e alla valorizzazione del Sé. Per buona parte le mete sono inconsce, certo diverse da quelle coscientemente esperite. Il sistema uomo è quindi studiato da Adler non solo negli aspetti causali ma soprattutto negli scopi che, in modo conscio o inconscio, vuole raggiungere

Un tema comunemente associato alla Psicologia Individuale è quello dell’inferiorità. Nelle fasi inizialiAdler si interessò agli influssi delle difettosità del corpo e alle reazioni volte a superare i conseguenti limiti. Identificò la spinta al superamento dell’inferiorità e la definì   aspirazione alla superiorità. Ben presto si accorse che le situazioni che portano a percepire stati di inferiorità sono frequenti e numerose e attivano paragoni reali o immaginari.  Il Sé confronta il proprio essere con immaginiideali interiorizzate, con aspirazioni elevate, con altri esseri vissuti come superiori in abilità, competenze, successo sociale. La dinamica minus versus plus ha svariate sfaccettature e puògenerarsi in tutti i momenti della vita. E’ responsabile delle cadute dell’autostima, dello scoraggiamento, della perdita di coraggio della rinuncia ad affrontare la vita

La reazione a condizioni di inferiorità, avvertite coscientemente o subite per influssi inconsci, attiva percorsi orientati al superamento del disagio prodotto dai sentimenti di inferiorità. Si attivano le compensazioni, individuate da Adler come percorsi virtuosi, alla base di sani progetti di vita o labili se basati su irrealistiche aspirazioni. Un buon senso della realtà, una sana determinazione, una capacità di assunzione delle responsabilità e l’accettazione dei propri limiti porta a compensazioni sul lato utile della vita. Viceversa idee grandiose, motivazioni deboli, evitamento delle responsabilità portano a compensazioni fittizie che si collocano sul lato inutile della vita

La spinta verso la superiorità è teorizzata come “volontà di potenza” espressione dai significati non sovrapponibili alle concezioni di Nietzsche. L’accezione che ne dà Adler rimanda alla spinta vitale dell’auto-affermazione, necessaria per avvertire la pienezza e i limiti della vita. Tuttavia, la positiva accezione della volontà di potenza può presentare risvolti negativi. Può diventare ipertrofica, accentuare la centralità del Sé e orientare gli sviluppi delle diverse forme di narcisismo. La vita psichica si modula con le gradazioni della volontà di potenza e trova, nella sinergia con il sentimento sociale, gli equilibri di un sano rapporto individuo-società

Il sentimento sociale è un pilastro della concezione adleriana. Al termine non va attribuita la generica disponibilità dell’apertura di un individuo alla socialità; è piuttosto indicativo della capacità di riconoscere e accettare l’Altro, di vivere positivamente le differenze interpersonali e, sul piano emotivo, provare empatia. Questa è la caratteristica che orienta e permette lo sviluppo di un reale spirito di cooperazione, che modula le spinte auto-affermative, permette il contenimento dei narcisismi personali. Il sentimento sociale nasce da un legame affettivo primario, sviluppato in famiglia e determina un “bisogno” di cooperazione e di compartecipazione emotiva con i propri simili

L'importanza e la forza della visione adleriana si evincono da due ordini di fattori. Da un lato la sua possibilità di estensione anche presso studiosi non cresciuti nelle Scuole adleriane e, dall'altro, la disponibilità di aggiornare il pensiero utilizzando gli stimoli che vengono dai cambiamenti della società. Sono questi che portano a validare i concetti sottesi a “inferiorità, volontà di potenza, auto-affermazione, creatività”, che si integrano con le nuove terminologie della psicopatologia, trovandosi a descrivere gli stessi comportamenti e la stessa eziologia, con termini diversi.

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