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Pubblicato nel numero: Anno XLII Luglio - Dicembre 2014 - Numero 76
Parole chiave: Cultura, Psicopatologia psicodinamica, Complessità, Dipendenze patologiche, Addiction, Psicoterapia adleriana
Per uno sviluppo della comprensione psicopatologica-culturale dell’addiction e per un fondamento dell’intervento psicoterapeutico
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ABSTRACT
L’addiction (per comodità utilizzeremo anche il termine “dipendenza” come sinonimo di addiction) è una condizione patologica derivante dall’interazione di elementi diversi costituenti un sistema complesso: qualsiasi visione monoculare o semplificata è decisamente superata dalla realtà clinica e fenomenologica. Inoltre, il confine tra patologico e non-patologico, nelle dipendenze, è sfumato e fluttuante, ed è definito dai cambiamenti derivanti da uno dei suoi vettori più importanti e potenti: l’ambiente. Il tipo di sostanze, il loro valore simbolico, la rappresentazione del problema così come la gestione dei loro effetti psicologici, la ricerca del benessere, sono fortemente influenzati dal riconoscimento sociale, dai miti e dalle finzioni collettive. La cultura della negazione del limite e l’incremento tecnologico nella vita quotidiana, entrambi sostenuti da scopi finanziari ed entrambi rinforzanti il senso di onnipotenza collettivo, rendono difficile il riconoscimento e la definizione del problema clinico. Il terapeuta, in particolare lo psicoterapeuta, si può trovare nella condizione di oscillare tra la perdita di ruolo e potere, e la deriva verso l’assunzione di un ruolo di superiorità finzionale: da un lato dovendo riconoscersi come obsoleto e sorpassato, dall’altro non essendo in grado di comprendere il significato “profetico” delle esperienze drug-addicted. La terapia della addiction dovrebbe essere riformulata per ridefinire un senso che muova dalla complicazione alla complessità, in un’ ottica multidisciplinare, in una rete relazionale e funzionale, in grado di realizzare cambiamenti nei referenti di significato del paziente.