La lingua spazio dell’inconscio. Considerazioni di Pierluigi Lia sulla Commedia
Articolo disponibile in allegato: DOWNLOAD PDF
ABSTRACT
Il linguaggio della Commedia non è l’unico mezzo scelto da Dante per farci partecipi della profonda conoscenza teologica e scientifica della sua ardente passione, ma anche della fondazione e dell’elemento costitutivo della sua conoscenza e dello stesso Dante, come riportato nelle considerazioni di Lia. Egli prende da Aristotele la visione dinamica della psiche che Adler considererà il suo concetto più importante della sua teoria. Anche l’olismo di Adler è anticipato nella Commedia dove anima, mente, corpo e linguaggio sono considerati inseparabili. L’avidità punita all’inferno è il desiderio egoistico del potere, mentre il desiderio salvifico dell’altezza è l’aspirazione alla superiorità, tutto tende a questo e può essere realizzato solo all’interno degli altri nella comunità a cui egli appartiene liberamente, guidato dalla giustizia e dall’amore. Considerando che la lingua è il posto dell’inconscio di Platone, Dante porta le rimozioni dalla psicopatologia alla gnoseologia e alla neurofisiologia. Infine l’autore ha svolto un attento esame della comunicazione all’interno della psicoanalisi, delineando il ruolo dell’analista prestigioso e ricco di responsabilità; dà pieno potere generativo al linguaggio come grembo fecondo del subconscio, reintegrando il pieno valore della donna, paradigma vivente di questo potere.